Nel Cinquantenario della Parrocchia della PIEVE
Cinquant’anni or sono S.E. Monsignor Simon Pietro Grassi, Vescovo di Tortona, elevava a Parrocchia la vetusta chiesa di Nostra Signora Beata Vergine dell’Assunta, detta Pieve di Novi.
In occasione del cinquantenario la Società Storica Novese, certa di fare cosa gradita al Parroco, ai parrocchiani della Pieve e a tutti i Novesi che all’antica chiesetta sono sempre stati particolarmente affezionati, pubblica la versione del decreto Vescovile che in data 13 dicembre 1919 sanzionava tale elevazione.
La Società Storica del Novese, ricordando ancora una volta a tutti la Pieve come monumento nazionale per la sua notevole importanza storica, intende anche esortare alla generosità quanti hanno a cuore le sorti della Chiesetta che, come Parrocchia, attende dalla sensibilità di tutti coloro che le vogliono bene un aiuto tangibile e concreto in modo da poter far fronte alle molte esigenze che la vita parrocchiale comporta.
Simon Pietro Grassi
Per grazia di Dio e della Sede Apostolica
Vescovo di Tortona
e Principe di Cambiò
Nel nome della Santa e Individua Trinità Padre, Figliulo e Spirito Santo. Così sia.
L’anno della Redenzione mille novecento diciannove, alli tredici del mese di Dicembre, del Pontificato di N. S. Papa Benedetto XV e del Nostro Episcopato anno V. E’ cosa per noi gioconda ripristinare secondo l’opportunità dei tempi nel loro decorso quelle chiese della Nostra Diocesi che primeggiano per antichità e dignità. Orbene la chiesa della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, situata nei sobborghi di Novi Ligure, va certo noverata tra le più antiche della Diocesi di Tortona, come può convincersene chiunque la guardi e dal nome di Pieve, che ha ritenuto sino ai nostri giorni: erano infatti le Pievi quelle chiese antichissime, le quali, dopo data la pace alla Chiesa dall’imperatore Costantino e cresciuto il numero dei cristiani, furono costituite nei luoghi distanti dalla Sede Vescovile, chiamate anche chiese battesimali, perché ad esse bisognava recarsi da tutta la plebania per ricevere il battesimo, finché nel secolo XII invalse il costume di amministrare il battesimo anche nelle cappelle o parrocchie minori, ma con l’acqua battesimale , che nei Sabati di Pasqua e di Pentecoste si benediceva nella chiesa pievana; il rettore di questa chiesa veniva chiamato Arciprete, o Pievano; ed egli presiedeva al clero di tutta la Pievania.
Dal che rilevasi facilmente che la chiesa prefata della B. Vergine Maria Assunta in Cielo è stata anticamente la prima e l’unica chiesa battesimale a capo delle chiese della pievania di Novi.
Ora essendo avvenuto che per le guerre frequenti e per le intestine discordie non vi era più sicurezza e perciò gi abitanti della campagna si rifugiarono dentro i recinti del castello e delle città per mettersi al sicuro dalle incursioni dei nemici, quelle chiese pievane, che si trovavano in campagna aperta , a poco a poco vennero abbandonate; il che avvenne pure della Pieve di Novi, di guisa che il titolo di Arciprete fu trasferito nella Chiesa Collegiata di S. Maria situata dentro le mura, e nella chiesa pievana cessarono le sacre funzioni, come consta dagli atti della Visita Apostolica fatta nel mese di Agosto 1576 da Mons. Gerolamo Ragazzone (Vescovo di Famagosta dell’Isola di Cipro e poi trasferito a Bergamo). Nei quali atti dove si parla di Novi, sta scritto della Chiesa fuori dalla terra già Pieve, chiamata S. Maria d’Arzere: <S’accomodi et serri questa Chiesa et orni convenevolmente. Il che come prima sia fatto, a iudicio di Monsignor Ordinario si possa in essa celebrare et condurvi la processione come si solea fare anticamente>.
Ma ritornata la tranquillità si cominciò a riedificare case in campagna e, crescendo il numero di coloro che abitano in villa, era da provvedere ai loro bisogni spirituali; il che fu fatto dal Nostro Predecessore Mons. Igino Bandi. Imperocché alla istanza degli abitanti della regione Frascheta nel territorio della parrocchia di S. Pietro di Novi Ligure che la ciesa di B. Vergine Assunta in Cielo, volgarmente la <Pieve> ivi esistente fosse eretta in Parrocchiale, e sotto condizione di tale erezione donatasi dalla munifica signora Maria Fabiani la somma di L.10.000 italiane per dote della erigenda parrocchia a completamento della somma che ogni anno si sborsa dal Comune della Città di Novi per la conservazione e l’esercizio del culto della prefata Chiesa dalla Pieve, giusta la convenzione stipulatasi alli 20 Novembre 1869 dal Sindaco del Comune e L’Amministrazione Generale del Fondo per il Culto, con istrumento rogato dal R. Notaio Nicola Costantino Fermo Ricci, non essendo ancora sufficiente la dote per erigere la Parrocchia finché non venisse aumentata, il prefato Nostro Predecessore eresse la prefata Chiesa della B. Vergine Maria Assunta in Cielo, detta volgarmente <la Pieve>, in succursale della Chiesa Parrocchiale di S. Pietro di Novi, con decreto del 28 Febbraio 1913, con facoltà al Rettore Curato pro tempore di amministrare ivi i Sacramenti e di fare tutto il resto che spetta a un vero Parroco e alla stessa Chiesa Succursale segnò i suoi confini.
E affinché la prefata Chiesa, volgarmente <la Pieve>, venga eretta finalmente in parrocchiale, dal Rettore della medesima Mons. Rev. Don Giuseppe Carrega venne offerta la somma di italiane L.3.000 e una pezza di terra, coerente alla piazza di essa chiesa, della superficie di quattro pertiche del valore di L.4.000 in aumento di dote.
Visto pertanto il consenso dato dal Rev.mo Capitolo della Nostra Chiesa Cattedrale alla erezione in parrocchiale della prefata Chiesa succursale;
Noi a norma del canone 1427 del Codice di Diritto Canonico e invocato il SS.mo Nome di Gesù Cristo Signor Nostro e della B. Vergine Immacolata; d’autorità Nostra Ordinaria e in ogni altro miglior modo col presente decreto dividiamo e smembriamo del tutto dalla parrocchia di S. Pietro di Novi la Chiesa di Beata Vergine Maria Assunta in Cielo , volgarmente <la Pieve>, situata nei sobborghi della città di Novi Ligure; ne la erigiamo e costituiamo in Parrocchiale e come eretta e costituita la vogliamo e dichiariamo, di guisa che concediamo alla medesima tutti i diritti e privilegi che di diritto competono alle chiese parrocchiali.
I confini della nuova parrocchia saranno i medesimi che vennero fissati dal Nostro Predecessore nel citato decreto delli 28 febbraio 1913.
Esoneriamo il parroco dall’ossequio verso le chiese di S. Pietro e della Collegiata di S. Maria stabilito nel decreto del 28 febbraio 1913 non essendo decoroso che quella chiesa, la quale è stata madre delle altre, sia in alcun modo soggetta alle medesime; e togliamo al rettore della Collegiata il diritto di fare la funzione dell’Ottava di Pasqua nella chiesa parrocchiale nuovamente eretta per la stessa ragione.
Rinnovando l’antica denominazione, la chiesa della B. Vergine Maria Assunta in Cielo, volgarmente < la Pieve>, si chiamerà Arcipretura senza però alcuna preminenza sulle chiese dell’antica pievania, e il Rettore di essa Arciprete.
Vogliamo e sanzioniamo che queste cose abbiano valore in perpetuo.
Dato in Tortona nell’anno, mese e giorno come sopra.
All’originale firmato: SIMON PIETRO vescovo.
Controfirmato: Can. VINCENZO LEGE’ Canc. Vescovile.
Articolo tratto da Novinostra n.3 – 1963 di Nilde Cima