Archivio mensile:Giugno 2015

VITTORIO EMANUELE I DI PASSAGGIO A NOVI, A GENOVA SECONDA CAPITALE DEL REGNO

di GIAN MARINO DELLE PIANE

Caduto Napoleone, Genova, occupata dagli inglesi, riceve il 24 aprile 1814 da lord William Bentinck, comandante delle forze del Mediterraneo, un governo provvisorio a forma repubblicana, con Girolamo Serra a presidente, calcato sulle orme della costituzione del 1797, richiamata in vita con piccole modificazioni.[i]

Il 29 aprile le truppe inglesi entrano in Novi, dove il Corpo di Guardia si acquartiera nel palazzo di Lazzaro Negrotto (poi Delle Piane) in piazza della Collegiata. Tra il nuovo governo provvisorio ed i rappresentanti della Municipalità novese si ha uno scambio di lettere, per mezzo dei membri del consiglio Paolino Sauli e Luigi Peloso, che ricevono i ringraziamento per le azioni intraprese a favore degli inglesi, a cui seguirà l’elargizione da parte dei lord Bentinck per l’erezione in Novi dell’artistica fontana in marmo, sormontata dalla statua di un pastore dalla cui zampogna zampilla l’acqua, opera di Giuseppe Gaggini, per adornare piazza della Collegiata.[ii] Continua a leggere


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Ludovico il Moro (e Leonardo da Vinci) Ospiti d’eccezione a Tortona e a Novi

di ITALO CAMMARATA

Nella primavera del 1498 il Duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, compie un viaggio a Genova, città tornata soggetta a Milano nel 1487. Il Moro conosce bene questa strada per averla già percorsa nei due sensi parecchie volte: già alla fine del 1467 (perciò 30 anni prima) è andato a Genova per accogliere sua sorella Ippolita che veniva dalla sua corte di Napoli in vista del fastoso matrimonio che si stava preparando per l’anno seguente fra il fratello duca Galeazzo e la francese Bona di Savoia. Ora Ludovico è diventato a sua volta Duca di Milano e per la prima volta in questa veste visita Genova, soprattutto per controllare la situazione delle difese in vista di un possibile attacco da parte dei Francesi, che rivendicano diritti sul Ducato di Milano.

Nei quattro fogli di istruzioni date poco prima al nuovo Commissario dell’Oltrepò Lucio Malvezzi il Duca si mostra ben cosciente dei pericoli, quando gli ricorda che Tortona e Alessandria “sono divise di fazioni, et li sospetti presenti dei Francesi ricercano che si debba aprire ben l’occhio a ogni cosa”. Il compito del Commissario sarà di “essere ben avvertito ché niuno tristo et pravo ingegno possa fare machinatione che potesse portare disturbo allo Stato”. Poiché le due città dell’Oltrepò hanno “gran transito di forestieri”, dovrà fare in modo che “ognuno avrà a consegnarsi” cioè a denunciare alle guardie il proprio arrivo “per investigare con bono modo la qualità e conditione di quelli che passeranno, donde vengono e da chi sono mandati e se hanno lettere”. Continua a leggere


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IL TRAGHETTATORE DI RETORTO (Predosa – AL)

di ELIO PICCHIO

Nei pressi della tenuta Retorto nel comune di Predosa, fu attivo, fin verso la fine della seconda guerra mondiale, un servizio di traghetto che collegava le due sponde dell’Orba ed era praticamente l’unico mezzo per trasferire persone, bestiame ed in particolar modo biciclette dall’altra parte del torrente, senza essere obbligati a percorrere notevoli distanze per poter usufruire di ponti, uno dei quali era addirittura a Casalcermelli, distante da Predosa circa sette chilometri. Il traghetto era chiamato comunemente er port e chi gestiva il servizio era mio padre, conosciuto come Carlo u navarò, ma il pioniere di questa attività era stato, anni prima, alla fine dell’800, il nonno paterno. Il port era costituito da due chiatte appaiate, come si può vedere nella ricostruzione eseguita da Edoardo Morgavi (foto 1), con pianale in legno e con fondo piatto, onde consentire un agevole scorrimento sull’acqua. barca 1 Foto 1 Continua a leggere


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