di ITALO CAMMARATA
L’Archivio di Stato di Torino (Confini con Genova, Tortonese, mazzo 1) custodisce un documento datato 5 dicembre 1471 e intitolato ‘Atto di terminazione dei territori di Tortona e Novi, con piantamento dei termini’. Si tratta di una stampa, cioè chiaramente della trascrizione di un manoscritto custodito nell’Archivio di Milano, eseguita nel ‘700 da funzionari sabaudi per poter disporre di qualche prova documentale su un territorio (quello tortonese) che i Savoia avevano conquistato nel 1735, ma di cui a Torino si sapeva ben poco. Quell’atto, scritto a mano con meticolosa precisione quasi 300 anni prima, permetteva infatti di capire quali fossero i veri confini riconosciuti fra il Tortonese e Genova (e Novi, che allora faceva ancora saldamente parte della Liguria). L’originale, di cui venne fatta la trascrizione a stampa, rimase nell’Archivio milanese mentre i piemontesi che avevano compiuto l’operazione dovettero lasciare Milano insieme al loro Re Carlo Emanuele III, che invano aveva sperato di diventare anche padrone della Lombardia.
L’articolo che segue ricostruisce come si era arrivati nel 1471 a fissare quei confini che ora interessavano tanto al Re di Sardegna, divenuto padrone di Tortona.
Dopo la morte del Duca di Milano, Francesco Sforza (1466), e la salita al potere del figlio Galeazzo le vicende del feudo di Novi sembrano assestarsi: il giovane Battistino Fregoso va a vivere alla Corte di Milano mentre sua madre Bartolomea rimane a governare Novi. Continua a leggere