Archivio mensile:Novembre 2016

Dove finiva il territorio di Novi e cominciava quello di Tortona

di ITALO CAMMARATA

L’Archivio di Stato di Torino (Confini con Genova, Tortonese, mazzo 1) custodisce un documento datato 5 dicembre 1471 e intitolato ‘Atto di terminazione dei territori di Tortona e Novi, con piantamento dei termini’. Si tratta di una stampa, cioè chiaramente della trascrizione di un manoscritto custodito nell’Archivio di Milano, eseguita nel ‘700 da funzionari sabaudi per poter disporre di qualche prova documentale su un territorio (quello tortonese) che i Savoia avevano conquistato nel 1735, ma di cui a Torino si sapeva ben poco. Quell’atto, scritto a mano  con meticolosa precisione quasi 300 anni prima, permetteva infatti di capire quali fossero i veri confini riconosciuti fra il Tortonese e Genova (e Novi, che allora faceva ancora saldamente parte della Liguria). L’originale, di cui venne fatta la trascrizione a stampa, rimase nell’Archivio milanese mentre i piemontesi che avevano compiuto l’operazione dovettero lasciare Milano insieme al loro Re Carlo Emanuele III, che invano aveva sperato di diventare anche padrone della Lombardia.

L’articolo che segue ricostruisce come si era arrivati nel 1471 a fissare quei confini che ora interessavano tanto al Re di Sardegna, divenuto padrone di Tortona.

Dopo la morte del Duca di Milano, Francesco Sforza (1466), e la salita al potere del figlio Galeazzo le vicende del feudo di Novi sembrano assestarsi: il giovane Battistino Fregoso va a vivere alla Corte di Milano mentre sua madre Bartolomea rimane a governare Novi. Continua a leggere


Pubblicato in costume e società, storia di novi il .

La guerra civile a Novi

di ITALO CAMMARATA

Fazioni urbane pro e contro i feudatari Fregoso

In un precedente articolo[1] abbiamo ricostruito le vicende storiche di Novi dal 1456 al 1459 sotto il governo della famiglia feudataria Fregoso (o Campofregoso) fino al momento in cui il capofamiglia Pietro Fregoso rimane ucciso nei carugi di Genova durante un tentativo di riprendere il controllo di quella città e della Repubblica, che lui stesso aveva consegnato ai Francesi nel 1458, quando era ancora Doge. Suo fratello Masino, catturato nello stesso scontro, viene decapitato sulla piazza di Genova. Così Novi diventa il rifugio dei Fregoso sopravvissuti a quella batosta ma ora la presenza massiccia in paese della famiglia feudataria (la vedova di Pietro, Bartolomea, il fratello Paolo Arcivescovo di Genova, che ha lasciato la sua sede, più altri fratelli e parenti) riporta a galla i malumori dell’opposizione novese che se n’era stata tranquilla fin tanto che i feudatari vivevano a Genova. In questo articolo ricostruiamo le vicende interne novesi dopo la morte di Pietro servendoci di una massa di documenti che è raro trovare su questo tipo di argomenti. Sperando che qualche altro studioso investighi approfonditamente sulla formazione e la storia sociale di quelli che più tardi saranno definiti gli ‘alberghi’ di Novi.

Al Duca di Milano Francesco Sforza la brutta notizia della morte violenta di Pietro Fregoso a Genova arriva mediante un cavallaro mandato apposta da Novi dalla vedova Bartolomea e dal fratello Paolo Fregoso, Arcivescovo di Genova. Il Duca si trova in trasferta a Mantova, dove il Continua a leggere


Pubblicato in storia di novi con i tag , il .