Archivio mensile:Gennaio 2023

Francavilla Bisio – pt.2

   

(continuazione)

    Nel numero antecedente venne trattata una parte di questo Comune, cioè la località di Bisio, ora tratteremo di Francavilla.

    Il suo nome, come quello di Villafranca, sono propri di paesi sorti, o divenuti in seguito, franchi, perché abitati da uomini liberi nelle persone e negli averi, e inoltre aventi certi privilegi ed esenzioni da servizi e da gravami locali. Molti luoghi in Italia portano il nome di Francavilla e di Villafranca.

    La storia antica di Francavilla si compenetra nella sua vita feudale, perché nei tempi la vita comunale o non esisteva o aveva poca importanza. Apprendiamo così dagli storici competenti che questo borgo anticamente (e cioè all’epoca Carolingia, verso il 775) era compreso nel Comitato di Tortona (allora la divisione dei territori, che oggi è per Provincia, era per Comitati e per Marche).

    Ne furono in seguito altri Signori, cioè con potestà quasi sovrana, i Marchesi di Gavi. Costoro lo lasciarono in godimento (e cioè nel secolo XIII) all’Abate  di Santa Maria di Rivalta Scrivia dell’Ordine Benedettino Cistercense, allorché con diploma dell’8 febbraio 1312 l’Imperatore Arrigo VIII lo concesse in titolo signorile a Opizzano Spinola di Lucoli, della grande nota famiglia genovese, il quale con lo stesso decreto, ebbe in feudo, oltre i principali paesi della Valle Scrivia, anche alcuni della Valle del Lemme, cioè Francavilla, Bisio, San Cristoforo, ,Pasturana e Castelletto della Valle dell’Orba.

    Gli Spinola, durante la loro Signoria su Francavilla, secondo alcuni storici, vi avrebbero fondato nel 1587 un convento di Agostiniani sotto il titolo di Santa Maria, convento del quale esistono ancora i resti nel fabbricato annesso all’antica chiesa parrocchiale. È probabile quindi che anche l’antica chiesa sia sorta nella stessa epoca del convento, non essendo ammissibile che vi sia stato un convento senza una chiesa.

    Gli Spinola possedettero Francavilla sino al 1681, nel quale anno i fratelli Gerolamo, Silvano e Marcantonio  vendettero la loro giurisdizione, con l’assenso dell’Imperatore Leopoldo I° (essendo Francavilla feudo imperiale,  cioè dipendente direttamente dall’Imperatore)  al Marchese Domenico  Grillo , di antica illustre famiglia genovese, che, insignito di altri feudi, ebbe poi rispettivamente nel 1693 e nel 1696, anche la signoria di Basaluzzo e il marchesato di Capriata, per accennare soltanto i paesi prossimi a noi. I Grillo furono marchesi di Francavilla, mentre gli Spinola ne erano stati Signori.

    Nel 1736 Francavilla passò dalla sovranità dell’Imperatore a quella del Re di Sardegna Carlo Emanuele III, che nel 1756 tolse il feudo al nipote del suddetto Grillo, di nome pure Domenico, incamerandolo.

Nel 1779, infine, il Re Vittorio Amedeo III concesse Francavilla, in titolo pure marchionale, a Paolo Guasco, feudatario, come si vide, del vicino luogo di Bisio, da oltre trecento anni, e precisamente dal 1474, in possesso feudale dei Guasco.

    Così Francavilla e Bisio furono allora unite sotto lo stesso Signore, come circa un secolo dopo, con Decreto Reale dell’anno 1873, le due località, costituenti due Comuni distinti e separati, furono uniti in un solo Comune.

    Ricordo dell’antica feudalità su Francavilla rimane tuttora il Castello medievale che sovrasta il borgo, costruito all’epoca della dominazione degli Spinola e che, pervenuto in condizioni di quasi abbandono ai Guasco, fu convenientemente restaurato con squisito senso d’arte per opera di Alessandro Guasco, dei Marchesi di Bisio (1848-1935), Ministro plenipotenziario, che lo lasciò alla figlia Elisabetta Contessa Giriodi Panissera attuale proprietaria.

    Seguendo le vicende generali di queste nostre regioni, Francavilla, come Bisio, fu annessa nel 1798 alla Repubblica Francese (dopo la rinuncia al trono del Re Carlo Emanuele IV) nel 1799 agli Austro-Russi (dopo la battaglia di Novi vinta da Souwaroff conto Joubert), per ritornare nel 1800, (dopo la famosa battaglia di Marengo) alla Francia. Finalmente, per il trattato di Vienna del 1815, ne riprese la sovranità il Re di Sardegna Vittorio Emanuele I° e la conservarono i suoi successori, Re di Sardegna e poi Re d’Italia.

    Dal 1946 – 2 giugno – il Comune ovviamente fa parte della Repubblica Italiana.

    Il Comune, fino a questi ultimi tempi un po’ depresso, andò gradatamente adeguandosi ai tempi con la costruzione di un nuovo Municipio, di moderne aule scolastiche e di un sistemato Ufficio postale e telegrafico. Si sta poi istituendo l’acquedotto pubblico, cui farà seguito l’impianto della fognatura.

    Ora alcune notizie di carattere religioso.

         Castello di Francavilla

    Premesso che l’antica Comunità di Bisio, già sede, come fu detto, di una Abbazia Cistercense e dotata di proprio Oratorio dedicato a San Bernardo, è unita alla Parrocchia di Francavilla solo nell’anno 1806, mentre anteriormente dipendeva dalla parrocchia di Gavi, si può con certezza ammettere che a Francavilla esisteva una Chiesa da tempi assai remoti officiata in un primo tempo da Monaci Benedettini ed in seguito dagli Eremiti di Sant’Agostino.

    Una relazione sullo stato patrimoniale della Chiesa di Santa Maria a Francavilla, compilata nell’anno 1654, parla di < Convento antichissimo>; da ciò si deduce che il convento fatto costruire dagli Spinola l’anno 1587 (che fu venduto ultimamente a terzi, insieme alla Chiesa annessa, dopo la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale, inaugurata nell’ aprile del 1950) non fosse il primo, ma un secondo, sorto in sostituzione di un altro. Appunto in quell’anno 1654 venne istituita la Parrocchia di Francavilla sotto il titolo di <Santa Maria Gratiarum>.

    Avendo il Papa Innocenzo soppresso questo convento, come altri, perché l’ordine Agostiniano non aveva personale sufficiente, il Vescovo di Tortona affidò la cura spirituale della popolazione al clero secolare, nominando il primo Parroco con il titolo di Rettore, mutato poi in quello di Prevosto.

    Prima di allora le funzioni strettamente parrocchiali (battesimi, matrimoni, funerali) si tenevano nella Chiesa Plebana di Silvano degli Adorni (ora Silvano d’Orba), e quindi l’erezione di una nuova Chiesa in Parrocchia arrecò notevoli vantaggi, risparmiando camminate lunghe, scomode ed anche pericolose in quei tempi.

    Nell’anno 1654, come risulta da un documento già accennato e che è il più antico fra i documenti conservati nel locale archivio parrocchiale, esistevano nel paese i seguenti edifici di culto: la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, l’Oratorio pubblico di San Giovanni Battista, l’Oratorio di San Giuliano nel recinto del Castello, le Cappelle campestri di San Sebastiano e di San Rocco.

    Con queste brevi e succinte notizie storico-feudali, comunali e religiose, chiudo il mio articolo su Francavilla Bisio.

    Gennaio 1963

( da Novinostra N.3 del 1962)

                                                                                                      Emilio Guasco


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