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Il mangiare dei nostri antichi

di MARCO RESCIA

Il presente articolo non vuole essere un trattato d’importanza scientifica e nemmeno una vera e propria storia dell’alimentazione, sia pure di area locale. Il discorso, infatti, procede per scorciatoie e si avvale di semplificazioni per comodità d’intesa. Alcune illazioni, da verificare, sono proposte come punti di attrattiva verso una sorta di patriottismo gastronomico

La coltura che sfamò i popoli

L’occupazione militare degli antichi Romani sui territori della Padania e della Gallia fu avvalorata con l’insegnamento, dato alle popolazioni soggette, per la retta coltivazione di alcune graminacee di sobria esigenza e di sicura resa.

In primis, il frumento, poi: l’orzo, il farro, la segala, la spelta. Tutti semi che, se resi in farina, impastati con acqua e cotti fornivano alimenti sazianti e di gradevole sapore. Tra i primi atti della colonizzazione romana ci fu la jugeratio, ossia il frazionamento delle piane in unità agricole da distribuire ai legionari ed ai loro benemeriti ferderati. Continua a leggere


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Il mangiare dei nostri antichi

di MARCO RESCIA

Il presente articolo non vuole essere un trattato d’importanza scientifica e nemmeno una vera e propria storia dell’alimentazione, sia pure di area locale. Il discorso, infatti, procede per scorciatoie e si avvale di semplificazioni per comodità d’intesa. Alcune illazioni, da verificare, sono proposte come punti di attrattiva verso una sorta di patriottismo gastronomico.

La coltura che sfamò i popoli

L’occupazione militare degli antichi Romani sui territori della Padania e della Gallia fu avvalorata con l’insegnamento, dato alle popolazioni soggette, per la retta coltivazione di alcune graminacee di sobria esigenza e di sicura resa. Continua a leggere


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