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Sulle origini di Novi

di VINCENZO ALBERTO TRUCCO

Il primo documento, autentico e certo, che si riferisce a Novi, è quello che ci racconta come, nel gennaio 1135, un’ambasceria spedita da Genova a Novi e capeggiata da certo Bongiovanni Cainardo, giunse qui ed ottenne da tutti gli abitanti, riuniti un assemblea nella chiesa di San Nicolò, l’adesione ad una alleanza con Genova e Pavia, particolarmente diretta contro Tortona. Prima di esso, conservato nell’Archivio di Stato di Genova, non se ne conoscono altri, confermati veridici ed autentici. Quel documento non solo si riferisce a Novi, in modo indubbio, ma di Novi narra una precisa vicenda, tale che si può, fino ad ora, considerare la prima pagina della sua storia.

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ALEKSANDER VASILEVIC SUWOROW – IL VINCITORE DELLA BATTAGLIA DI NOVI

di FRANCESCO MELONE

Aleksandr Vasilevic Suworow conte Rimniski e poi Principe d’Italia (Italijskij Kniaz‘), di origine svedese, come non pochi russi che ebbero una parte notevole nella storia del loro paese, nasce il 13 novembre 1729 a Mosca (altri sostengono  che la città sia Suskoi in Livonia, regione divisa circa a metà fra l’Estonia e la Lettonia). Gli mancavano quindi pochi mesi per compiere settant’anni il giorno della battaglia di Novi.  

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Il Carnevale all’inferno

di PAOLO POGGIO

Nella cultura popolare europea, dal medioevo ad oggi, le feste si pongono al centro di un vasto, articolato, financo complesso sistema di tradizioni e usanze: feste familiari, come il matrimonio, feste della comunità o del santo patrono di una città o di una parrocchia, feste annuali come la Pasqua, il Natale, Calendimaggio, Capodanno. E il carnevale, per l’appunto. E’ su questa realtà antropofolklorica che ci soffermeremo in queste righe. Continua a leggere


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La Fiera di S.Caterina

di FRANCESCO MELONE

Ci sono avvenimenti strettamente legati alla vita di una comunità, che finiscono per essere in qualche modo identificati con la storia, la cultura e le usanze di quella comunità. Per Novi Ligure Santa Caterina non vuol dire solo fiera, ma significa rievocare ogni anno buona parte di quanto di tradizione e di costume c’è in questa Città, ed allora diventa importante sapere come tali fiere fossero anche in altri tempi davvero un grosso avvenimento  e perché siano potute assurgere a tanto.

Le vicende delle fiere a Novi si perdono nella nebbia del Medioevo. Risale infatti al 22 settembre 1388 l’assenso del Duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, sotto il cui dominio si trovava allora la nostra comunità, per l’istituzione di un mercato, che, in base alle sue prescrizioni, doveva essere aperto non più di una volta alla settimana nel luogo detto “Zerbo”, una contrada delle più antiche, corrispondente alla località dove si apriva l’omonima porta, detta anche di “S.Pietro”, per la vicinanza a questa Chiesa. Continua a leggere


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RICORDO DEL GIORNALISTA CESARE VIAZZI

di FRANCESCO MELONE

La Società,periodico del Circondario di Novi Ligure, l’11 dicembre 1887 dava la notizia del decesso del Cav. Tito Giuseppe. Viazzi e porgeva le proprie condoglianze alla moglie, M. Teresa Ricci di Villalvernia. e al figlio Cesare. Il fascicolo di Carlo Tacchino, Il valore dei novesi nella Grande Guerra, riporta la fotografia dell’avv. tenente Carlo Alberto Viazzi, con le motivazioni delle medaglie conseguite, di bronzo e d’argento al Valor Militare. Panorama di Novi, nel numero del 3 agosto 2012, ha dato la notizia del decesso del giornalista Cesare Viazzi avvenuto 27 luglio, con un articolo del collega RAI Alberto Masoero e con un commosso ricordo del compagno di studi Pier Eligio Bertoli.

cesare viazzi 1

Cesare Viazzi (1857-1943). La madre Maria Teresa Ricci e la bambina Pernigotti ritratte  in un particolare del dipinto della chiesa di Bettole:”S.Anna insegna alla Figlia”

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ROMAGNOLI A POZZOLO

di ITALO CAMMARATA

Chissà quanti dei nostri lettori, girando per le sale del Louvre, sono passati davanti a un enorme quadro (3 metri x 2) che ritrae un giovane cavaliere, montato su un destriero nero scalpitante e circondato da altri cavalieri armati di picche. Il pittore rinascimentale Paolo Uccello vi ha rappresentato l’episodio centrale della Battaglia di San Romano (1 giugno 1432)  cioè il “contrattacco di Micheletto da Cotignola” che fu decisivo per quella vittoria dei Fiorentini sui Senesi. Ma quel che nessuno ci racconta è che quel bellissimo cavaliere, 22 anni dopo quegli avvenimenti divenne il signore di Pozzolo Formigaro per concessione di suo cugino Francesco Sforza,nuovo Duca di Milano, e venne ad abitare con tutta la famiglia nel suo nuovo feudo e proprio in quel Castello che, pochi anni prima, il capitano Bartolomeo Colleoni al soldo dei Milanesi aveva fatto costruire per difendere il paese dalle minacce del Monferrato. Con l’aiuto di un centinaio di documenti, cerchiamo di ricostruire qui di seguito gli anni agitati che il capitano Micheletto Attendolo e i suoi discendenti vissero a Pozzolo fino alla fine del 1499. Continua a leggere


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Lo sconosciuto “Maestro di Agneto”

di GIAN MICHELE MERLONI

L’esposizione, nel palazzo Spinola di Rocchetta, del trittico restaurato del pittore Giovanni Buratino, detto anche Maestro di Agneto, avvenuta dal 6 agosto all’11 settembre 2011, mi offre lo spunto per precisare meglio la biografia di questo pressoché sconosciuto e modesto artista provinciale, che ha operato in diverse località della collina tortonese (Fabbrica Curone, Vendersi, Podigliano, ecc.), lasciando testimonianza di un’arte popolare, ma sincera.

Ricordiamo innanzitutto che la famiglia Buratino o Barattini è originaria di S. Agata, di cui fu confeudataria, come ramo dei vicini signori di Podigliano; nel 1289 abbiamo memoria del più antico Baratinus conosciuto, figlio del q. magister Gandolfo. Continua a leggere


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INAUGURAZIONE DELL’EDEN THÉÂTRE A PARIGI CON IL BALLO ESCELSIOR

 

Il 17 gennaio 1883 si inaugurava a Parigi il nuovo teatro Eden in rue Boudreau. I lavori erano cominciati nel 1880 sotto la direzione degli architetti William Kibin e Albert Duclos. La maestosa opera in stile orientale disponeva di 4000 posti, il palcoscenico era profondo 28 metri, tutto era enorme, traboccante di decorazioni e di elaborate rifiniture. Continua a leggere


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L’affare dei Luigini per il Levante

di FRANCESCO MELONE

Nel XVII secolo la metà orientale del bacino del Mediterraneo era possesso dell’Impero Ottomano, storico nemico della Cristianità, ma l’epoca della Crociate era passata da tempo, la battaglia di Lepanto aveva fugato le paure nei confronti dei Turchi ed i rapporti politici e commerciali tra l’Europa marittima (Francia, Inghilterra, Repubblica di Genova, Granducato di Toscana), e la Sublime Porta erano fiorenti. Vigeva ancora il divieto, con scomunica per i trasgressori, di commerciare beni strategici con i nemici di Cristo, ma né gli Stati cattolici, né tantomeno quelli protestanti vi badavano minimamente. Soltanto la Repubblica di Venezia stava ancora combattendo epicamente contro i Turchi per salvare ciò che le restava dei suoi possedimenti nel Levante ed era impegnata nella sanguinosa guerra di Candia per la difesa dell’isola (oggi Creta), che finirà dopo un assedio ventennale. Continua a leggere


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