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IL TRAGHETTATORE DI RETORTO (Predosa – AL)

di ELIO PICCHIO

Nei pressi della tenuta Retorto nel comune di Predosa, fu attivo, fin verso la fine della seconda guerra mondiale, un servizio di traghetto che collegava le due sponde dell’Orba ed era praticamente l’unico mezzo per trasferire persone, bestiame ed in particolar modo biciclette dall’altra parte del torrente, senza essere obbligati a percorrere notevoli distanze per poter usufruire di ponti, uno dei quali era addirittura a Casalcermelli, distante da Predosa circa sette chilometri. Il traghetto era chiamato comunemente er port e chi gestiva il servizio era mio padre, conosciuto come Carlo u navarò, ma il pioniere di questa attività era stato, anni prima, alla fine dell’800, il nonno paterno. Il port era costituito da due chiatte appaiate, come si può vedere nella ricostruzione eseguita da Edoardo Morgavi (foto 1), con pianale in legno e con fondo piatto, onde consentire un agevole scorrimento sull’acqua. barca 1 Foto 1 Continua a leggere


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A préia id Muntudé (La pietra di Montaldero)

di EDOARDO MORGAVI

L’area territoriale interessata appartiene, geologicamente, alla serie oligo – miocenica di quello che fu l’estremo lembo meridionale del bacino terziario del Piemonte. Osservando la Carta geografica della zona in esame, riscontriamo che il terreno è costituito dalla formazione di Costa Montada  dello spessore di quasi 400 metri.

Al livello inferiore, sul limite del contatto con le marne di Rigoroso di età oligocenica, detta formazione è caratterizzata da conglomerati, sopra i quali sono sedimentate arenarie compatte e marnose, in grosse bancate e strati dislocati dalle azioni tettoniche. La microfauna, spesso in frammenti, è rappresentata da lamellibranchi, coralli e gasteropodi. Si può senz’altro affermare, che dal punto di vista cronologico, la formazione, nel suo insieme, è databile al miocene “prelanghiano”, valutabile, grosso modo, a a una ventina di milioni di anni fa. Continua a leggere

La Fiera di S.Caterina

di FRANCESCO MELONE

« Qual sia, qual fosse già, e qual sia  stato anticamente il più utile pregio di Nove, non occorre l’indugio di ricercati preamboli per dimostrarlo, giacché troppo chiaro a giorni nostri per fatto, per tradizione e per scritti altrettanto pregevoli, manifestissimo: le fiere, intendo, celebratissime e il gran commercio d’ onde si è resa Nove e rendesi famosa tuttavia fin oltre i monti.

È superfluo affaticarsi a pro del credito di tal città, la quale, come a tutti è palese, non invidia qualunque altra di Lombardia, essendo ella, per così dire, il Portofranco delle merci di Genova dirette a quella parte. Non vi è popolo di qua del Po che ivi non accorra per provedersene, non vi è feudo che ivi non porti i suoi prodotti, grano, vino, fieno, risi, legna, erbaggi e tutto il resto che può servire alle bisogna e voluttà dei viventi.

 Non è in oggi, come ad altri luoghi, destinato a Nove in dati tempi lo spaccio delle derrate, ma quotidiana però chiamasi la fiera; ed è un piacere, e piacer di ogni giorno, a chi sorge di buon mattino, il vedere come carche di vettovaglie forestiere sono colla piazza le vie d’intorno e come in brieve dai compratori si spogliano ».

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Lo stato civile di Novi Ligure fino al 1865 nei registri dell’Archivio storico comunale

di DIMITRI BRUNETTI

In momenti recenti l’Archivio storico della città di Novi Ligure è stato oggetto di un importante intervento di riordino con la schedatura analitica della documentazione più antica e la redazione di un nuovo inventario di descrizione. L’intervento, ora in corso per il carteggio più recente, ha portato all’individuazione di fonti inedite per la ricostruzione delle vicende della città e del territorio e alla messa a disposizione dei ricercatori anche di materiali già conosciuti, ma che ora sono più facilmente reperibili e inseriti in un contesto più ampio. Continua a leggere

I Cavalieri dell’Ordine dei Gerosolimitani e la profezia dell’Apocalisse

Un inedito documento dell’Archivio storico del Comune di Novi Ligure

di DANIELA CABELLA

Il recente intervento di riordino dell’Archivio storico comunale della città di Novi Ligure ha permesso di identificare alcuni documenti mai prima inventariati e quindi inediti alla storiografia locale.

Un documento, in particolare, ha colpito la nostra attenzione. Si tratta di una lettera non firmata, datata 20 luglio 1555, in cui un maestro “di Rode dell’ordine jerosolimitano” rende noto un fatto miracoloso avvenuto in Babilonia ([1]).

Nella città di Bracham il 23 maggio 1554, nella tribù di Lachas, sarebbe nato un bambino con la “facia … oribile co’ li denti acuti a uso de gatto … e … li ochii fagosati et spaventosi”. Dopo appena otto giorni il bambino era in grado di parlare e annunciava al popolo di “esser vero figliolo de Dio e il vero Messia”. Continua a leggere

Un brevetto per forni da pane a risparmio energetico nel ‘500

di ITALO CAMMARATA

Nel Giugno 1595 l’ufficio del Governatore spagnolo di Milano si vide recapitare questa singolare richiesta¹:

Odoardo Bianco di Nove ha ritrovato con sua industria [inventiva] un novo modello di fabbricare forni, ne’ quali cuocerà un terzo [di pane] in più al giorno et con minor prezzo et guasto [consumo] di legna di quelli che si usano al presente, cosa molto utile a’ popoli, tanto per l’espeditione et avanzo [risparmio] di tempo quanto per il beneficio del minor prezzo. E, perché desidera di questa sua virtuosa impresa² farne partecipe lo Stato di Milano et riceverne qualche emolumento, perciò supplica umilmente Vostra Eccellenza che vogli degnarsi di concedergli privilegio per anni 30 prossimi a venire, per sé et suoi heredi e chi havrà causa da lui, che egli solo (et essi rispettivamente) possa fabbricare et far fabbricare e mettere in opera li suddetti forni in questa et altre città, territorio et dominio, ad arbitrio suo, vietando a qualunque altro o sia privato o Comunità o Corpo³ o Collegio4, e finalmente a chi si voglia [chiunque], il poter fabbricare o far fabbricare o mettere in opera i detti forni o impedire [ostacolare] il detto Odoardo, direttamente o indirettamente o sotto qualsivoglia colore [scusa] et pretesto, in qualunque maniera che immaginar si  possa, che non si serva et ponghi in opera detta sua inventione, sotto pena arbitraria da doversi applicare [versare] alla Camera [Fisco Ducale] per la metà et l’altra metà al supplicante, et ciò con le clausole de motu proprio de certa scientia, de plenitudine potestatis et altre, le quali si sogliono apporsi ne’ privilegi.

Devotissimo servitore Odoardo Bianco

Milano, 5 giugno 1595

 

Il novese Bianco (o, come diremmo noi, Bianchi) era evidentemente un esperto di forni a combustione, il quale aveva escogitato qualche modifica tecnologica che permetteva di ottenere un consistente risparmio di tempo e di combustibile nel-l’esercizio di forni da pane, impianti diffusissimi che al quel tempo erano fra i più grossi consumatori di energia cioè di legna. Continua a leggere

Francesco Carenzi, un Novese Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

di FRANCESCO MELONE

Il 5 maggio 1898, durante una seduta straordinaria, il Consiglio Comunale di Novi Ligure deliberava di eternare i nomi del capitano medico Antonio Demicheli, del sergente Carlo Bignami e dei soldati Luigi Capurro e Giuseppe Disarello, novesi caduti in Africa nella battaglia di Adua, aggiungendoli a quelli delle guerre risorgimentali iscritti sull’obelisco in Piazza Indipendenza. Al Cap. Demicheli, inoltre, sarebbe stata dedicata una lapide da apporre nel cimitero. Continua a leggere

La Giurisdizione del Lemmo

di FRANCESCA MUSANTE

Nel gennaio 1798 a Genova, occupata dai francesi di Napoleone, viene costituita, per volontà dei comizi del Popolo, la Repubblica Ligure, che sostituisce l’ultra centenaria aristocratica Repubblica Genovese. Durerà fino al giugno 1805, quando verrà incorporata nell’Impero Francese, salvo una breve parentesi di pochi mesi tra il 1799 ed il 1800, a seguito delle sconfitte dei francesi in alta Italia e prima della battaglia di Marengo (14 giugno 1800).

La filza 305 del Fondo Repubblica Ligure dell’Archivio di Stato di Genova contiene la corrispondenza indirizzata dai Giudici Cantonali ai Provveditori delle Giurisdizioni dell’Entella e del Lemmo per gli anni 1803 e 1804, sesto e settimo della Repubblica Ligure. Continua a leggere

Anni ’30

torrone-pernigotti-novinostra

cesare-viazzi-novinostra-02Nessuna generazione di italiani come la mia e la maggior parte delle vostre, ha potuto essere testimone di tanti fenomeni, fatti, avvenimenti e cambiamenti antitetici e quindi rivoluzionari: il regime e la democrazia, la guerra e la pace, gli ultimi cavalleggeri e la bomba atomica, le brigate nere e le brigate rosse, l’autarchia e la globalizzazione, la campagna demografica e l’aborto legalizzato, il colonialismo e il terzomondismo, i vestiti rivoltati e l’abito firmato – un processo precipitoso compresso in meno di 50 anni.

C’è stata però una parentesi di maturazioni lente, tanto lente da essere valutabili solo oggi: quella degli anni ’30. Continua a leggere

Le Fiere di Cambio

di FRANCESCO MELONE

Le Fiere di Cambio ebbero grande importanza nella vita economica del Medioevo e dei primi secoli dell’Età moderna. Abbandonata progressivamente l’economia naturale, ossia la pratica del baratto – sale marino o olio rivierasco scambiati con grano o legna e così per altri prodotti – le Fiere di Cambio sorsero accanto a quelle delle merci, naturale evoluzione di queste, in conseguenza del crescente afflusso sulle stesse di monete diverse e spesso alterate, nonché della difficoltà dei pagamenti a distanza, che fece introdurre nel sec. XII l’uso della lettera di cambio, strumento per rendere più sicuro e rapido il movimento del denaro, ed evitare che l’insufficienza del contante fosse d’ostacolo allo sviluppo delle attività commerciali. Continua a leggere