(II° parte – tratto da Novinostra 1961/4 )
Nel precedente articolo abbiamo trattato del complesso montano e collinoso dell’Antola, quale elemento geografico che, attraverso i secoli, ha svolto prevalentemente funzioni di protezione ed allontanamento dal Novese di operazioni militari.
Nel presente articolo accenneremo brevemente a tre altri elementi che hanno interferito al riguardo, per iniziare, poi, nel successivo la trattazione delle principali operazioni stesse.
Il secondo elemento è rappresentato dall’arco montano dell’Appennino Ligure Occidentale, estendentesi dal Passo dei Giovi al Colle di Cadibona.
Esso come noto, pur non raggiungendo notevole elevazione, per le sue caratteristiche di ripidità ed asprezza nel versante a monte e di nudità, scarsezza di acque, di risorse e di abitati nella parte alta assiale e nel versante interno, ha costituito e costituisce tuttora un imponente barriera di ostacolo per le vie di comunicazione e per i rapporti in genere fra la Riviera Ligure Occidentale e la piana di Novi.
Pertanto esso ha funzionato sempre da valido elemento protettivo, alle spalle del Novese, rispetto, non solo alle operazioni provenienti direttamente da Sud (esempio sbarchi di Saraceni, azioni varie dal mare, ecc.) ma anche rispetto a quelle sviluppantesi da Ovest (Provenza) per la Riviera di Ponente e dirette verso la zona di Genova (esempio: spedizione di Renato d’Angiò nel 1461 e numerose successive, fino alle guerre della Rivoluzione Francese).
In contrapposto però a questa azione protettiva, fece, purtroppo, riscontro naturale tendenza a schierare truppe sulle colline di Novi – Serravalle sentita da ogni comandante di truppe incaricato di coprire Genova a distanza, fronte a Sud, in quanto le colline stesse costituiscono le estreme ondulazioni dell’Appennino verso la piana e rappresentano quindi una buona linea di difesa (esempio Generale Joubert nell’Agosto 1799 – Battaglia di Novi).
Il terzo elemento da ricordare è la vicinanza di Genova, che, benefica sotto molti aspetti, ha esercitato però costante azione attrattiva per le operazioni di guerra verso il Novese.
Come qualche anno addietro ha scritto il già ricordato insigne storico genovese Teofilo Ossian De Negri, Genova – fin dal medioevo – padrona di Arquata e di Gavi – già sede di un antico, potente marchesato – iniziava la sua penetrazione economica nella zona di Novi, attraverso l’acquisto di vari e vasti appezzamenti di terreni da parte di alcuni suoi facoltosi cittadini, che vi costituirono fiorenti poderi. Su questi, col tempo, sorsero quelle numerose e spesso cospicue ville padronali che sono caratteristica ed ornamento dell’Oltregiogo in genere e del nostro Novese in ispecie.
Alla penetrazione economica, Genova, come di consueto, fece poi seguire quell’accorta azione politica che determinava la spontanea dedizione di Novi alla Superba nel 1447 e la sua formale annessione nel 1529.
In seguito a ciò, Novi stessa, sostituendosi a Gavi – diveniva principale centro e sede del commercio genovese d’Oltregiogo. E Genova tessa, ben presto, provvedeva a prolungare direttamente da Gavi a Novi – per la cosiddetta Lomellina – la strada della Bocchetta, cioè la sua principale via per i commerci con la Lombardia, che rendeva, così, anche indipendente dal pesante intralcio rappresentato fino ad allora dal passaggio per Serravalle, ancora in possesso dei Tortonesi.
Novi, in tal modo, col favore dei Genovesi, che la predilissero come residenza estiva, (nel 600’ la si riteneva anche immune dalla peste, che infieriva altrove) assunse progressivamente la fisionomia di città e visse periodi di notevole floridezza.
Si deve però riconoscere che la vicinanza di Genovese, specie sotto il riguardo economico ha apportato sicuri benefici alla nostra Novi, essa, d’altra parte, ha causato più volte il coinvolgimento suo e del Novese in genere, nelle operazioni di guerra volte contro la Serenissima Repubblica, con danni non di rado assai gravi per Novi stessa e ancor più per Serravalle e Gavi, città potentemente fortificate.
Basterà ricordare negli ultimi secoli del Medi Evo, le operazioni condotte nell’Oltregiogo nell’anno 1241, dal vicario imperiale della Lombardia, Marino da Eboli, con l’aiuto di Guglielmo Spinola, nel corso della drammatica lotta dell’Imperatore Federico II contro Genova, da cui la Superba uscì alla fine trionfante, nonché l’attacco del 1421 da parte del Conte di Carmagnola.
Nei primi secoli dell’Evo Moderno, poi rammenteremo la vittoriosa spedizione contro Genova del Re di Francia Luigi XII, della primavera 1507, quando fu eletto Doge Paolo da Novi – il solo Doge popolano che la Repubblica abbia avuto – che, come noto, finì miseramente giustiziato l’11 maggio dello stesso anno, dopo aver cercato invano di salvare la Repubblica stessa.
In seguito si ebbe, tra l’altro, la spedizione degli Spagnoli, capitanati da Francesco d’Avalos, Marchese di Pescara, conclusasi con l’orrendo sacco di Genova del 30 maggio 1522; quindi nel 1625, quella del Duca di Savoia Carlo Emanuele I e nel XVIII secolo le campagne varie connesse con la guerra di successione d’Austria e con la Rivoluzione Francese.
Il quarto elemento che – insieme agli altri di minor conto – ha notevolmente interferito, è la particolare ubicazione di Novi nel complesso del retroterra ligure e cioè proprio allo sbocco in piano della accennata grande strada da Genova per la Lombardia ed in corrispondenza di quel pronunciato saliente verso Nord che i confini della Repubblica di Genova – col Tortonese ed il Monferrato – descrissero per lungo tempo , includendo la piana della Fraschetta , importante per i traffici e la fertilità, e Castel Gazzo per la difesa militare.
Noi Novesi … meno giovani ricordiamo, infatti, come fino a pochi decenni addietro, a due chilometri a Nord di Novi e ad Ovest della strada per Pozzolo, vi fosse una cascina chiamata appunto <Confini> eliminata in seguito per l’allungamento del campo dell’aviazione.
Per chiudere diremo che, al riguardo, una nostra vecchia Enciclopedia Militare giustamente affermava: < data la sua posizione di città di confine, Novi risentì più di ogni altra parte dello Stato genovese gli effetti delle guerre, delle mutazioni politiche e delle catastrofi sofferte da Genova di cui seguì le sorti.
(fine II°parte)
Generale di Divisione