Caserme a Novi a fine 1800

di PIER ELIGIO BERTOLI

Da sempre sappiamo che Novi ospitò due Squadroni del “Nizza Cavalleria” che tuttavia lasciarono la nostra Città nel 1889, uno destinato a Casale, l’altro a Voghera. L’acquartieramento di questi reparti fu a carico del Comune che sfruttò una zona di sua proprietà a nord dell’area ove erano collocate le Scuole Elementari, sulla destra di via De Ambrosis, che inizia da via Orfanotrofio (ora Marconi). In una carta topografica del 1878 la piazzetta davanti alle attuali Poste non esisteva. L’area delle particelle 264 e 137 erano occupate dalle Scuole mentre con la particella 275 sarebbe identificabile la Caserma, ricavata per ospitare i Cavalleggeri ed il Comando con la particella 274 (Fig. 1 e 2).

caserme fig 1

Figura 1. Parte nord-occidentale del centro di Novi in una Carta del 1878. n. 1 Scuole Elementari. N. 2 “Il Lume” prima casa di tolleranza riconosciuta. N. 3 La prima collocazione della Trattoria del Checco, in via Dominio 3. Con tratteggio orizzontale il Convento delle Suore Vicenziane (dette Cappellone). Con tratteggio verticale la Caserma del Nizza Cavalleria.

caserme fig 2

Figura 2. Particolare della precedente. Con la particella 264 e 137 le aree occupate dalle Scuole. Con la particella 274 e 275 le aree occupate dalla Caserma di Cavalleria (segnalate con tratteggio).

L’ingresso della Caserma era ove è adesso l’ingresso della Bioindustria. Il complesso edilizio era pressoché difronte al Convento che sino al 1823 ospitò le Suore Clarisse. In seguito, con contributo di privati e della Comunità, fu istituito un Orfanotrofio diretto dalle Suore cosiddette “Cappellone” (per l’ampio copricapo): ufficialmente Suore di S. Antida Thourét o della Carità o Vicenziane. Erano state chiamate per ospitare ed educare bambine e giovinette “morte vel infortunio parentum derelictis” (sole per morte o disgrazia dei genitori), parole del Gagliuffi, tuttora leggibili al disopra del portone d’ingresso dell’attuale Biblioteca, ristrutturata come tale da circa trent’anni. Poco distante in vicolo Dafunti c’era “Il Lume”, la prima casa di tolleranza riconosciuta, aperta in vicinanza della Caserma.

Per inciso ricordiamo che all’inizio di via Dominio, precisamente al n. 3, c’era la prima locazione della Trattoria del Checco, ambiente vociante sino a sera tarda. Non si può così affermare che il Convento godesse di una posizione ideale. Lo Stato si fece carico della costruzione della cosiddetta “Cavallerizza” nel 1878, della quale parla il Cavazza1, grosso stallaggio atto a collocare i numerosi cavalli dei due Squadroni. Questa costruzione è tuttora presente ed è sotto tutele della Sovraintendenza delle Belle Arti (Fig. 3). Antistante alla Cavallerizza c’era un largo prato per l’addestramento dei Cavalieri; sarà “Il Maneggio” e tale nome rimarrà anche se poi sostituito da “Piazza del Mercato” ed attualmente “Piazza Stefano Pernigotti”.

Come già detto, nel 1889 la Cavalleria lasciò Novi. Sul periodo del suo arrivo in Città avevamo solamente l’indicazione del Cavazza che ci dice che nel 1878 si verificarono difficoltà nel fare gli scavi per la costruzione della “Cavallerizza” (Fig. 3).

Un documento donatomi dall’amico avvocato Domenico Vernetti dà una precisa risposta a questo interrogativo. Si tratta di un articolo estratto dal n. 32 del foglio “La Società”, stampato dalla Tipografia Reali nel 1880. Detto articolo è titolato “L’Ospedale di Novi” ed è firmato dal Medico Andrea Verri. L’A. confuta uno scritto comparso “nel primo volgente mese (gennaio?)” che dice: “l’attuale fabbricato manca dei principali requisiti richiesti per un istituto di tale natura, cioè salubrità e ubicazione fuori dai miasmi della città ed è mancante soprattutto di un’area indispensabile per i convalescenti”. L’autorevole Dottor Andrea Verri tesse invece un elogio del suo Ospedale ricordando anche che da quarant’anni giusti ne sale le scale.

Non ci soffermiamo sulle diverse argomentazioni messe in campo dal Verri, ritenendo che queste esulino dal nostro obiettivo. Il nostro interesse diventa notevole quando l’Esimio Medico parla della mortalità nel Nosocomio e soprattutto dice: “Da tre anni abbiamo cavalleria a Novi, e appunto dal 15 settembre 1877 a tutto Luglio p. p. entrarono in questo Ospedale 282 militari: due decessi; questi risultati splendidissimi (per una volta mi si permetta il superlativo, che ben vi sta) potrebbero ottenersi in un Ospedale insalubre?” (Fig. 4 e Fig. 5).

1. CAVAZZA S. “Novi Ligure Città del Piemonte”, p. 169, Tip. S. Giuseppe. Tortona, 1980

caserme fig 4

Figura 3. La Cavallerizza come si presentava 7-8 giorni prima del crollo di una campata (Mac-Foto). L’edificio è sotto la tutela della Sovraintendenza alle Belle Arti di Torino.

Figura 4. Riproduzione del documento firmato dal Medico Andrea Verri. (con freccia di indicazione alla Fig. seguente)

Il documento del Dott. Verri ci dice che la Cavalleria giunse a Novi il 15 settembre 1877. Abbandonerà la città nel 1889 dopo una permanenza di soli 12 anni. Il trasferimento peraltro non avvenne improvvisamente in quanto nel 1883 si pose mano alla costruzione della cosiddetta Caserma provvisoria in una zona dello Zerbo attualmente ancora identificabile.

Si tratta di quella lunga costruzione che occupa tutto il lato Sud di via Giacomo Demicheli, che, lasciata poi libera dai militari, ebbe diverse ristrutturazioni, l’ultima circa trent’anni fa, ottenendo abitazioni civili (Condominio Girasole). (Fig. 6) Per questa Caserma provvisoria possiamo contare sulla testimonianza del diario di una Signora, G. Maestri, nata nel 1843, nonna dell’amico Francesco Alignani. Riportiamo testualmente: “Nel giorno 17 settembre 1883 incominciarono gli scavi per la fondazione del Quartiere provvisorio di fanteria fuori Porta Zerbo, nel prato della Chiesuola (era la Chiesuola una piccola costruzione religiosa posta ove attualmente è un Emporio per la vendita di vini in bottiglia).

L’ 11.07.1884 arrivò a Novi il Battaglione di Artiglieria con cannoni e cariaggi che deve far parte del Reggimenti di Fanteria che fra poco sarà stanziato a Novi nei quartieri che già sono eretti. Il giorno 31.10.1884 arrivò a Novi l’86° Reggimento di Fanteria, Brigata Verona, e prese sede nei Quartieri provvisori a Porta Zerbo. Si preparano grandi feste per tale occasione”.

Nel 1889, ovvero dopo 5 anni dall’arrivo del Reggimento di Fanteria, la Cavalleria lasciò Novi. Sembra che il Governo avesse preso nel 1882 la decisione di costruire la Caserma provvisoria e due Caserma grandi definitive e molto funzionali, lungo la strada detta allora “della Pieve” (poi Umberto I°, oggi Verdi) una più grande per la Fanteria ed una più contenuta per l’Artiglieria, che saranno poi titolate ad Emanuele Filiberto ed Umberto I°.

caserme fig 5

Figura 5. Particolare della Figura 4 ove si legge la data 15 settembre 1877: arrivo dei Cavalleggeri a Novi.

caserme fig 3

Figura 6. La Caserma provvisoria come si presenta attualmente dopo diverse ristrutturazioni. Il braccio, presente nella Fig. 7 è stato demolito. Il fronte della costruzione presenta attualmente ben 28 finestre. È detta “Condominio Girasole”. (Mac-foto)

Il Comune di Novi, con il Piano Regolatore e di Ampliamento del 1889 approvò, tra l’altro, la costruzione delle due Caserme (Fig. 7). Nella Fig. 8, datata 1902, le due Caserme appaiono in funzione; ma è assai probabile che, almeno in parte, lo fossero già nel 1892 riferendoci Cavazza2 che in quell’anno la Caserma provvisoria andò all’asta con proposte di trasformarla in pubblico macello o in case popolari. Pur considerando che quasi sicuramente trattavisi di una costruzione grezza, senza intonaci, sommariamente finita, atta solo a dare un tetto ai militari, averne usufruito per soli otto anni (1884-1892) ci sembra uno spreco finanziario.

Le Caserme definitive funzionarono sino a circa trent’anni fa per essere poi adibite ad altro (Tribunale, Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Associazioni varie).

caserme fig 7

Figura 7. Particolare del Piano Regolatore e di Ampliamento della Città di Novi Ligure approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione 20 maggio 1889. Si vedono (con freccia) le due Caserme di Fanteria ed Artiglieria, la Caserma provvisoria che presenta un braccio in seguito demolito. Nell’attuale piazza XX Settembre il Piano prevedeva anche un mercato coperto, mai realizzato. Si vede anche la Chiesuola e la Filanda Tedeschi che in seguito verrà trasformata dell’attuale Ospedale.

2. CAVAZZA S. “Novi Ligure Città del Piemonte”, p. 234, Tip. S. Giuseppe. Tortona, 1980 Le notizie riferite sembrano quasi accavallarsi l’un l’altra: Caserma per Cavalleria con Cavallerizza; poi Caserma provvisoria all’asta dopo otto anni, in fine le due Caserme definitive.

caserme fig 8

caserme fig 8bis

Figura 8. In questa cartolina del 1902 si vedono le due Caserme definitive titolate ad Emanuele Filiberto ed a Umberto I°: la prima a sinistra per la Fanteria; la seconda a destra per l’Artiglieria. Sopra il retro della cartolina l’annullo 1902. (Coll. Cav. S. Acri)

Alcune riflessioni sorgono spontanee. Avrebbe potuto essere presa in considerazione una piccola Caserma per i due Squadroni di Cavalleria in vicinanza della  Cavallerizza, attiva sino al 1892, data di apertura delle due Caserme definitive.

Allora spazio in quella zona non mancava certamente. Si volle invece dare mano alla costruzione di una Caserma provvisoria di dimensioni ragguardevoli, atta a ospitare un Reggimento, già all’asta dopo otto anni e dopo tre dalla dipartita della Cavalleria. La soluzione più economica sarebbe stata, tuttavia, contare ancora per tre anni (1889-1892) sulla Caserma di via Orfanotrofio, sino al completamento delle Caserme di via della Pieve (ora Verdi). In altre parole, la Guarnigione della Città sarebbe stata assicurata dalla Cavalleria sino al 1892.

Dobbiamo tornare a quanto sospettato nei precedenti scritti. Il Convento era in una posizione infelice. Era contornato da costruzioni poco in sintonia, ma era soprattutto la Caserma il complesso meno adatto a fronteggiare un Convento che aveva fra le sua mura fanciulle da custodire ed educare ad una vita secondo la morale cristiana, lontano dalle tentazioni.

È molto probabile che le Autorità Religiose abbiano fatto pressioni su quelle Civili  e Militari per far chiudere la Caserma di Cavalleria. A parte altre motivazioni a noi ignote, ci sembra che i Reggitori della Cosa Pubblica abbiano commesso errori, soprattutto forse assillati dal liberare il Convento dalla vicinanza dei Cavalleggeri. Respingiamo l’ipotesi della speculazione: voler costruire la Caserma provvisoria per poi abbandonarla, alienandola a privati.

caserme fig 9

Abbeveratoio per cavalli in piazza del Maneggio, attuale piazza S. Pernigotti (Fotografia privata anni ‘30 del secolo scorso)

 

 

 

 


Pubblicato in area industriale, storia di novi il .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *