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La stampa a Novi

di MARIO SILAVANO

A partire dalla prima metà dell’800 sono nate a Novi molte testate giornalistiche, a riprova di una vivacità intellettuale, certo insolita e singolare. Molte di esse hanno avuto vita effimera, come è ovvio, ma altre, come “La Società” o l’”Omnibus” hanno registrato una durata pluridecennale e permettono, leggendo le loro pagine. di rivivere le vicende soprattutto della seconda parte di quel secolo. Continua a leggere


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James Watt e le filande del Bengala

di PIETRO RESCIA

Dalla seconda metà del XVIII secolo e per tutto il XIX, la seta bianca di Novi fu venduta e apprezzata sui principali mercati grazie alle sue doti di robustezza, lucidità e candore. Dalla sua orditura si ricavava il prezioso marabout, uno dei tessuti pi_ costosi dell’epoca.

I fattori che permisero di produrre a Novi seta di altissima qualità sono molteplici: la qualità dei bachi utilizzati, i Bachi di Novi, la perizia con cui questi venivano allevati, la abilità dei filatori, tecniche e macchinari innovativi. Continua a leggere


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La lira di necessità

di FRANCESCO MELONE

Nel corso dei secoli si sono avuti molti esempi, i più diversi e in parecchi Paesi, sull’uso delle cosiddette monete di necessità. Si può anche affermare che la nostra cartamoneta, che oggi ha soppiantato la gran parte dei pezzi metallici, è nata proprio come moneta di necessità ed uno dei casi più emblematici è quello dei già citati assegnati, emessi durante la Rivoluzione francese. Continua a leggere


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Il Basso Pieve, evoluzione e declino di una comunità

di FEDERICO CABELLA

Il Basso Pieve è un territorio che, rispetto al centro della città di Novi Ligure, presenta caratteri peculiari. È difficile non riscontrare, nelle persone che vi sono nate, cresciute, o che comunque vi hanno trascorso dei più o meno lunghi periodi della propria vita, un forte radicamento a un luogo che rappresenta, forse meglio di ogni altro, la campagna novese, l’amena Arcadia dove ritirarsi in cerca di riposo e concentrazione, come nel caso del celebre umanista novese Lorenzo Capelloni.

Alla stregua del Machiavelli, la cui fuga nel podere dell’Albergaccio a San Casciano, nella campagna fiorentina Continua a leggere


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Aneddotica Novese – Fatti e personaggi del Caffè Reale

Chi dalla Porta Pozzolo risale via Girardengo, troverà dapprima l’incrocio con le vie Cavour e G.C.Abba, e proseguendo alla sua sinistra, l’androne dove un tempo si accedeva ad una delle quattro sale cinematografiche della città, l’Iris. Subito dopo, proprio di fronte alla Chiesa di San Nicolò, nei locali dove oggi c’è un negozio di abbigliamento femminile ed una gioielleria c’era una volta il Caffè Reale Continua a leggere


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Il giovin Signore di Novi prigioniero nel Castello di Ischia

di ITALO CAMMARATA

Il 4 febbraio 1497 parte dall’isola d’ Ischia un mazzo di sei lettere[1] scritte tutte dalla stessa mano. Le manda il giovane Pietro Campofregoso, nato dal primo matrimonio del feudatario di Novi, Battistino, con Catocchia Spinola, figlia di Marco. Non conosciamo l’anno esatto della nascita di Pietro, ma sappiamo che è nato a Novi, feudo di suo padre Battistino e prima ancora di suo nonno Pietro[2], di cui egli eterna il nome. Potrebbe essere nato attorno al 1470-1475 e avere, perciò, in quel momento 22-27 anni. Quando il giovane Pietro nasce a Novi, suo padre Battistino si è sposato in prime nozze da almeno un anno, dopo avere vissuto a lungo come “Cameriere ducale” alla Corte di Milano di Galeazzo Sforza, dove ha acquisito amicizie importanti, e imparato le buone maniere e la buona scrittura. Continua a leggere


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Canzoni d’osteria e di filanda

di RENZO FOSSATI

Alle insegne luminose che oggi contraddistinguono i caffè, i caffè-bar, le pizzerie e le gelaterie, nella Novi dei nostri bisnonni, corrispondevano modeste insegne di volgarissima latta dipinta a mano, inalberata sui pesanti usci di legno,  Le bettole non si contavano e ce n’era un po’ dappertutto, dentro e fuori le quattro porte.

L’osteria era il punto d’approdo tanto dei perdigiorno, come degli uomini d’affari: vi convenivano mediatori, contadini e manovali, gli operai delle nascenti industrie ed i colletti bianchi della pubblica amministrazione, donne di strada, ma anche donne di casa; un’accolita multiforme di genti disparate, accomunate nel culto millenario del dio fiasco e della dea bottiglia. Continua a leggere


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La fontana di Piazza Dellepiane

di FRANCESCO MELONE

« Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma », affermava attorno al 1820 il poeta romantico inglese Percy Shelley. Non esiste al mondo città più ricca di fontane di Roma. Ed è nel gioco di rimandi tra vasche e zampilli, laghetti e ponti sparsi tra i sette colli, che, a ben riflettere, affondano le radici di noi Italici, con l’acqua.. Un rapporto che trova conferme su è giù per il Belpaese – quale borgo non ha la sua monumentale fontana ? –  mentre resta senza paragoni nel resto del mondo. Continua a leggere


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Sulle origini spagnole di Nicoletta Scorza moglie del pittore G.B. Carlone (1603-1684)

di GIAN MARINO DELLE PIANE

Giannettino Scorza, detto “Scorzino” e “di Voltaggio”, a seguito delle rivolte popolari del  1506 in Genova eletto uno degli otto Tribuni della Plebe con poteri assoluti, nel 1507 all’epoca del doge Paolo da Novi, bandito e condannato a morte dai francesi, si rifugia in Spagna; nello stesso anno “stipendiato” dall’Imperatore Massimiliano, è infine  nominato Idalgo 1).

Appartenente al ramo di Voltaggio, ivi attestato dal primo quarto del XIV secolo 2), della famiglia Scorza dei conti di Lavagna 3), in Spagna assume il cognome spagnolizzato “Escorcia” 4).

Gli “Escorcia” del ramo di Voltaggio, pure presenti ad Alicante 5), in Spagna modificano l’arma “di rosso al grifo elevato d’argento coronato d’oro” 6), in “di rosso al drago alato elevato d’argento coronato d’oro, alla bordura d’argento caricata da otto piccoli scudi d’argento a due bande di rosso” 7). Continua a leggere


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Eroici Carabinieri Caduti in servizio

di FRANCESCO MELONE

All’interno dell’area della Stazione ferroviaria di Novi Ligure è posizionata una stele voluta con motivato proposito dalla locale Sezione  dell’Associazione Nazionale Carabinieri, perché ricordi a quanti transitano davanti ad essa uno degli episodi che sono  contraddistinti dal valore, dal coraggio e dall’abnegazione, con cui gli uomini, in questo caso dell’Arma Benemerita, hanno operato e operano per il bene della Patria e per la sicurezza dei cittadini, sempre con il massimo impegno e l’immutato entusiasmo, soprattutto oggi che sono chiamati a far fronte a nuove e più complesse attività. Continua a leggere


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